02.09.20-17.30- La scorsa settimana abbiamo introdotto la rubrica delle parole desuete, proponendo pillole di curiosità riguardanti la lingua italiana. Dopo aver iniziato con termini riguardanti la lingua stessa, oggi affronteremo il tema amoroso o, meglio, dell’amor cortese. Il concetto di amor cortese appare per la prima volta nelle corti del XII secolo nella poesia dei lirici provenzali che scrivono in lingua d’oc, ma avrà fortuna anche nella letteratura del nord della Francia e sopravviverà nel tempo tramite il Dolce Stil Novo dantesco. Esso sta ad indicare un amore passionale (per questa ragione spesso adultero) caratterizzato dalla compresenza di desiderio erotico e tensione spirituale. Il termine è stato creato dal critico francese Gaston Paris nel 1883 a rappresentare la concezione filosofica, letteraria e sentimentale dell’amore nelle corti del Basso Medioevo badandosi sull’idea che solo chi ama possiede un cuore nobile. Alcuni termini che ritroviamo negli scritti ardenti d’amore sono:
- DONZELLA (don-zèl-la), dal provenzale “donsela”, in latino “dom(ĭ)nĭcĕlla”. Significato: donna non maritata (non sposata) di giovane età. Il termine, seppur desueto, è uno dei più noti nella letteratura in quanto lo troviamo, tra gli altri, in Dante (Donne e donzelle morose), Boccaccio (Più onesto che una donzella) e Foscolo (Donzelle Che occulto amor trasse innocenti al rogo). Attenzione a non confonderlo con l’attuale termine omonimo indicante il pesce, la donzella appunto, della famiglia labridi. Il termine letterario viene usato anche come diminutivo e vezzeggiativo (“donzelletta“). Un famoso esempio si può trovare in Leopardi (La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole). Oggi “donzelletta” viene usato in tono scherzoso. Sinonimi: giovinetta, signorina. Contrari: donna matura. Esempio: Sta arrivando la donzella.
- RITROSÌA (ri-tro-sì-a) da “ritroso”. Significato: qualità di chi sta in disparte o di chi difficilmente acconsente alla volontà altrui; il sentimento e l’atteggiamento di chi è ritroso ovvero restìo a fare o a consentire qualcosa, a concedere, ad accettare, a lasciarsi persuadere. Sta ad indicare, inoltre, un comportamento abituale, di chi è ritroso per carattere ma anche quello delle donzelle che non vogliono ‘cedere’ ad un corteggiamento. Sinonimi: recalcitranza, refrattarietà, riluttanza, ritrosaggine. Contrari: compiacenza, prontezza, arrendevolezza, cedevolezza. Esempio: Provavo una certa ritrosìa a seguirlo.
- CORTEGGIAMENTO (cor-teg-gia-mén-to) da “corteggiare”, derivato di corte. Significato: insieme di azioni con cui si cercano i favori di qualcuno, specie amorosi. Inizialmente il termine indicava il mettersi al seguito di un potente, specie in una cerimonia. La corte difatti è un luogo comune in cui non si può fare a meno di incontrarsi. Attorno ad una persona di spicco, la corte si raduna per divertire, adulare, sostenere e dare lustro. Pensiamo quindi al comportamento cortese, all’adulazione del cortigiano, al chiasso del corteo, e venendo a noi anche alle maniere del corteggiamento. Ecco perché si dice “fare la corte”. Sinonimi: amoreggiare, attorniare, blandire, fare la corte o fare il filo, lusingare, ossequiare, seguire, stare dietro. Contrari: ignorare, trascurare. Esempio: Riccardo sta corteggiando Maria da un mese.
Si potrebbe far notare che “corteggiamento” non è una parola desueta: ciò è vero ma è stata inserita nell’elenco ironicamente, in quanto, ad essere diventata “desueta”, ahimé, è proprio la pratica in sè…ma questo è argomento di un nuovo articolo.
Michela Porta