19.10.2020 – 15.10 – In Italia l’epidemia da Coronavirus sta accelerando: si è entrati in una fase acuta. La curva nazionale dei positivi sta salendo molto veloce, e nel giro di pochi giorni raggiungerà il picco precedente e, presumibilmente, lo supererà di slancio, perché è in piena crescita. Per pronta evidenza sono messe a confronto le curve di ieri con quella del del 5 settembre; non sono necessari commenti. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province e per la prima volta si segnalano elementi di criticità elevata relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese. C’è un progressivo peggioramento dell’epidemia di Sars-CoV-2 che continua da undici settimane: la riapertura delle attività lavorative nelle città, quella delle scuole e delle università, e il ritorno in massa sui mezzi pubblici hanno favorito questa veloce ripartenza dei contagi.
La maggior dei contagi parte continua a verificarsi in ambito famigliare (80,3 per cento); la famiglia, infatti, viene normalmente percepita come il luogo più sicuro, in cui si è meno portati ad adottare misure atte a preventive il contagio. La scuola in se non sembra essere la causa principale di questo aumento, grazie alle misure adottate, ma sono le attività extra-scolastiche di contorno che possono essere causa di catene di trasmissione per il ridotto o assente rispetto delle consuete misure di prevenzione.
Il tutto si riflette in un aggravio di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Il virus oggi circola in tutto il paese e l’Rt (rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto) calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,17 [questo indicatore può permettere di valutare l’efficacia nel tempo delle contromisure adottate per limitare la diffusione e fa parte di un insieme di altri indicatori utilizzati dagli studiosi e dai servizi di prevenzione NdR]. Lo scopo è ottenere che Rt sia inferiore a 1, posto che all’inizio dell’epidemia l’Rt del Coronavirus ha sfiorato i valori di 3 e 4. A giugno, Rt era rassicurante, attorno allo 0,50 ed in calo, mentre ora è in crescita costante; a Milano Rt questa settimana è uguale a 2. Abbiamo di fronte 3 scenari:
- il primo scenario. Vede una situazione di trasmissibilità intensa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve e medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1,25. Un’epidemia in questa fase, con questa trasmissibilità potrebbe essere caratterizzata da una costante crescita dell’incidenza di casi con un aumento controllato dei tassi di ospedalizzazione e dei ricoveri in terapia intensiva. La crescita del numero di casi potrebbe essere relativamente lenta, senza comportare un rilevante sovraccarico dei servizi assistenziali per almeno 2-4 mesi. Si arriverebbe a febbraio 2021 superando la fase più critica rappresentata;
- il secondo scenario. Questo è purtroppo quello verso il quale si sta andando. Una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, con valori di Rt regionali compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5. Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità è caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 1, e potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2 o 3 mesi;
- il terzo scenario. Situazione di trasmissibilità fuori controllo con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt maggiori di 1,5-2. Uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata con sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, con perdita della capacità di tracciare l’origine dei nuovi casi e monitorare le misure quarantenarie da parte dei servizi territoriali. Quindi il sistema potrebbe entrare in crisi prima di Natale. Una situazione simile porterebbe a molteplici misure restrittive di contenimento nei territori interessati, anche perchè un nuovo lockdown generalizzato sembra comunque estremamente improbabile.
Stiamo andando incontro a quello che abbiamo visto accadere in paesi vicini come la Francia, la Spagna o l’Inghilterra quindi è prevedibile che anche nelle prossime settimane assisteremo a un continuo innalzarsi del tasso di infezione che continuerà durante i mesi invernali. Ci sono però delle variabili ancora favorevoli:
- Se l’epidemia dovesse continuare a diffondersi prevalentemente tra le classi di età più basse, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (anziani, soggetti con pluripatologie e via dicendo), il margine di tempo concesso entro cui intervenire potrebbe essere più lungo, vista la maggiore resistenza al virus dei giovani, che non solo si ammalano meno ma tendono a rimanere asintomatici;
- La variabilità quotidiana del numero complessivo di tamponi naso faringei molecolari effettuati, influenza la stabilità dei dati. Se vengono fatti 100,000 tamponi e trovo 6.000 positivi significa che se ne vengono effettuati invece 500.000 ne troverò 30.000, senza per questo indicare un aggravamento dell’epidemia stessa.
- Inoltre ci sono persone alle quali vengono fatti più tamponi che risultano positivi e che possono quindi essere conteggiati più volte, aumentando quindi in modo fittizio il totale;
- I positivi vengono individuati con un’attività di tracciamento, mentre in passato arrivavano all’osservazione del Pronto Soccorso o del Sistema 118;
- I soggetti positivi non sono necessariamente ammalati, come ormai ben sappiamo, e attualmente solo l’1% presenta quadri clinici critici.
- I ricoveri in terapia intensiva, sebbene in aumento, sono ancora sotto controllo e sono meno numerosi della scorsa primavera quando si era arrivati ad un massimo di 4.068. Attualmente la percentuale di saturazione dei posti letto, che in Italia ammontano circa a 6,500 a seconda delle fonti, è al 9,8 per cento;
- Complessivamente il tasso di letalità apparente in Italia è in costante diminuzione: a marzo era superiore al 15 per cento e ora è al 9,3 per cento.
Difese. Bisogna evitare quanto più possibile situazioni che possano favorire la trasmissione, quali aggregazioni spontanee e programmate o eventi e iniziative a rischio, in luoghi pubblici e privati per evitare un ulteriore peggioramento che potrebbe richiedere restrizioni territorialmente diffuse o altre misure di mitigazione come il coprifuoco. Deve essere inoltre garantito il consueto, rigoroso, rispetto di tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione, quali il lavaggio delle mani, l’uso delle mascherine ed il distanziamento fisico. Inoltre è consigliabile l’uso della comune varechina, al 5 per cento, che si acquista ovunque ed è efficacissima per la disinfezione quotidiana di superfici, maniglie, interruttori della luce, pulsantiere, corrimani e rubinetterie. È molto utile inoltre arieggiare gli ambienti più volte al giorno. La vaccinazione antinfluenzale nei soggetti a rischio per patologia o per età è assolutamente consigliata.
Fulvio Zorzut
[f.f.]