“Alcuni giornali aggiungono che stava passando un periodo difficile, come se questo – evidenzia la presidente – possa essere una giustificazione al reato di omicidio. Chi di noi non attraversa momenti difficili? Una persona che usa la violenza come soluzione ai momenti difficili è un pericolo”.
“La Crpo Fvg non può restare indifferente a un tale atto. Dall’analisi Istat 2018 emerge che, delle 133 donne ammazzate nel 2018, l’81,2% è stata uccisa da una persona conosciuta. In particolare, nel 54,9% dei casi dal partner attuale o dal precedente, nel 24,8% da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e nell’1,5% da un’altra persona che conosceva (amici, colleghi, etc.). Questa lettura – è l’opinione della Marcolin – deve far riflettere ogni singolo individuo sulle motivazioni reali che portano al cosiddetto femminicidio, che non è paragonabile al reato di omicidio, dove la relazione tra vittima e carnefice è di origine diversa”.
“Ci opponiamo fermamente al cercare giustificazioni del tutto lontane dalla realtà, perché in nessun caso qualcuno sotto stress, o per motivo alcuno, deve pensare di avere un’attenuante nell’uccisione di un essere umano a cui è, o è stato, emotivamente legato. Il valore delle relazioni personali deve essere un pregio, non un alibi per poter spiegare gravi colpe e disturbi psicologici”.
“Dobbiamo puntare su un cambio di rotta, a partire dalla cultura e dall’educazione dei giovani – sottolinea la responsabile della Crpo Fvg -. Bisogna dare maggior sostegno alle donne e garantire un servizio di vigilanza in tutte quelle situazioni critiche visibili, anche se non riusciremo a individuare le situazioni invisibili come quella di Marinella, purtroppo. Fondamentale è il ruolo dei media e della stampa, soprattutto nel non cercare false giustificazioni e attenuanti alle responsabilità individuali, piuttosto invitare le donne che vivono criticità familiari e non, a rivolgersi a centri di ascolto o segnalare gli abusi anche in forma anonima agli uffici preposti e al numero verde 1522″.
Per la Marcolin non fa differenza se si tratta di violenza fisica o violenza psicologica, “perché è proprio a causa della violenza psicologica che le famiglie in cui mai si penserebbe possano accadere certe disgrazie si trasformano in protagoniste di episodi di cronaca nera”.
c.s