14.11.2016 | 8.33 – Per Federico Buffa – uno fra i massimi esperti italiani di basket, NBA e di sport statunitense, attualmente telecronista sportivo per Sky – cosa sarà mai il teatro? Un mondo lontano? Tutt’altro: il giornalista e scrittore ci si trova davvero a proprio agio, e anzi ci si dedica con notevole impegno e serietà.

Proprio per il palcoscenico, infatti, Federico Buffa – assieme a Emilio Russo, Paolo Frusca e Jvan Sica – ha concepito e scritto
Le Olimpiadi del 1936, spettacolo di cui è anche protagonista assoluto e che lo vede recitare affiancato da Alessandro Nidi al pianoforte, Nadio Marenco alla fisarmonica e dalla cantante Cecilia Gragnani.
Musica e narrazione si intrecciano quindi per evocare una delle più controverse edizioni della storia dei Giochi Olimpici: nel 1936, a Berlino, la manifestazione sportiva rischiava infatti di diventare una esibizione di forza, di guerra…
Hitler e Goebbels, avevano ritenuto che si trattasse delle “loro” Olimpiadi e intendevano trasformarle nell’apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”: ma, come osservano gli autori «Le storie dello sport sono storie di uomini. Sono storie che scorrono assieme al Tempo dell’umanità, seguono i cambiamenti e i passaggi delle epoche, a volte li superano». Ed infatti le Olimpiadi del 1936 superarono in molte occasioni gli insani, crudeli concetti propugnati dal nazismo e rappresentarono un luminoso simbolo d’uguaglianza: il primo giorno di gara due atleti neri salirono sul podio del salto in alto, Cornelius Jonshon e Dave Albritton. «Il secondo giorno – racconta Federico Buffa – qualcuno suggerì al Führer che non era più il caso di salutare personalmente gli atleti vincitori di medaglie. Jesse Owens di medaglie ne vinse addirittura 4, due record mondiali e un record olimpico, il tutto documentato, in diretta, con le immagini di Leni Riefensthal. La sua libertà creativa ha consentito di regalare all’umanità la straordinaria smorfia di disappunto di Hitler al terzo oro di Owens».
E così storia dopo storia, medaglia dopo medaglia, atleta dopo atleta, Federico Buffa – nel ruolo di Wolgang Fürstner, comandante del villaggio olimpico – ripercorre i propri ricordi, e ci permette di conoscere un universo di umanità differenti, di vicende toccanti, in un luogo sospeso dal tempo, fra sogno e realtà. Il protagonista prende a prestito le parole di chi è stato testimone diretto di quegli eventi, ne restituisce i palpiti, le speranze, ce le propone con ritmo incalzante e generosa partecipazione, affidando ai momenti musicali e cantati il compito di lasciar riflettere lo spettatore, di fargli “riprendere fiato”. E gli vengono in aiuto anche le già citate immagini di Leni Riefensthal, documentazione potente di quel mondo incerto fra utopia e tragedia, che si intrecciano al racconto teatrale. Un assieme di linguaggi, dunque, per uno spettacolo che è narrazione civile emozionale e non trascura accenti tragicomici.
In programma anche un evento extra teatro. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Alma Pallacanestro Trieste organizzano infatti un incontro con Federico Buffa mercoledì 16 novembre alle ore 18 nell’atrio del Palatrieste. Sarà presente l’ad e general manager dell’Alma Trieste Mario Ghiacci e condurrà la conversazione il presidente Giovanni Marzini, anch’egli giornalista sportivo. L’incontro è aperto a tutti gli interessati, fino ad esaurimento posti.